Franco Arminio e Gregorio Di Leo
February 7, 2020 0

Ci siamo appiattiti. Oggi ci servono poeti più che manager….

Mercoledì 29 Gennaio scorso i nostri yoroomers di Wyde School hanno tenuto il Wyde Celebrating Transformation per celebrare con un team cooking le trasformazioni avvenute e quelle che avverranno insieme ai partecipanti dei corsi WalkAbout, Franco Arminio e le sue poesie.

Tratto da Gregorio Di Leo – CO-Founder di Wyde School – LinkedIn (03.02.2020)

Ci siamo appiattiti, schiacciati sotto termini inglesi, parole strette che non lasciano spazio ad alcun tipo di immaginazione. Il linguaggio che usiamo è rimasto incastrato come un disco rotto e nessuno sembra più accorgersi che la musica che ripetiamo alla fine è sempre la stessa. “Scrollate” la vostra “wall” di “linkedin” e “facebook”, uscite dal “meeting” dopo la sessione di “brainstorming” e chiedetevi se davvero quello che avete visto o sentito è riuscito a muovervi in qualche maniera.

Oggi ci servono poeti più che manager. Persone che sappiano guardare oltre le linee. Servono esseri umani che sappiamo leggere dietro gli intrecci, spostare la vista, il cuore e fare germogliare un idea in grado di creare anche solo un piccolo movimento dell’anima. Il desiderio di essere, di vivere intensamente, di parlare in maniera autentica. Di ascoltare, ricevere e dare.

Ho conosciuto Franco Arminio prima attraverso i suoi libri, e poi di persona. L’abbiamo invitato a Milano a leggerci delle poesie, e ci siamo ritrovati insieme a ridere e cantare. Eravamo tanti amici, Wyders.

In un attimo la parola disordinaria, ci ha fatto stringere. Più di qualsiasi meeting, post, foto o tag.

Franco ha creato uno spazio, ci ha portato fuori e poi di nuovo dentro. Siamo usciti dall’ordinario e quando siamo rientrati lo abbiamo fatto un po’ trasformati. Toccati dalla sua ironia, profondità, dal suo sguardo simpatico che sa evocare intimità provvisorie.

Oggi la vera rivoluzione è fare poesia.

Fino a quando rimarremo incastrati nelle narrative correnti, useremo lo stesso linguaggio, e immaginari stretti, non saremo capaci di evocare alcun tipo di trasformazione. Il nostro mondo rimarrà sempre lo stesso. Efficiente, veloce, agile magari, ma povero nella realtà. Scarso di creatività e di relazioni.

Le aziende sono piene di queste storie già sentite e risentite. Non trovate tutto ciò terribilmente noioso?

Iniziate la giornata con una poesia, mettete giù i vostri pensieri e condivideteli con altri.

Non importa quanto buoni siano, l’importante è che siano veri. Che raccontino il vostro mondo. Arrabbiati, tristi o gentili. Non importa.

Il giorno dopo la presentazione di Franco, una delle persone che ha partecipato ha aperto un lavoro con il suo gruppo leggendo dei pensieri. Erano le sue riflessioni su che cosa sarebbe stato bello fare insieme ai suoi colleghi e il senso profondo del lavoro che stavamo per intraprendere.

Le sue parole autentiche sono valse di più di qualsiasi slide. Io c’ero, l’ho visto con i miei occhi.

Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”. F.A.

Oggi non ci vogliono manager, ci vogliono poeti. Non ci vogliono esecutori e organizzatori del nulla cosmico.

Oggi ci vogliono persone di cuore che sappiamo guardare oltre e facciano venire la voglia anche ad altri di avere coraggio.

“Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”. F.A.

“Non voglio salvare il passato, voglio andare a dormire un poco più contento, voglio svegliarmi in un sentimento collettivo, in un ardore comune e non sempre in questa guerra che ci lascia senza amici e senza nemici”. F.A.

Grazie Franco. Come ti capiamo.

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